Circolo cittadino Sant'Agata

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Sant'Agata

Vissuta nel III secolo Agata, nacque di famiglia nobile. Fu educata ai principi cristiani ed imparò presto a rifiutare le ricchezze terrene e ad amare Dio tanto da desiderare la via della consacrazione. Poco più che adolescente indossò, con cerimonia solenne, il velo rosso simbolo delle vergini consacrate. Ma della sua bellezza e della sua grazia se ne invaghì follemente il proconsole romano Quinziano, che la fece catturare per conoscerla. Esso era giunto a Catania con l'intento di far rispettare l'editto dell'imperatore Decio, che chiedeva a tutti i cristiani di abiurare pubblicamente la loro fede.
Tormentato dal desiderio per la giovinetta, tentò di corromperla e di indurla all'abbandono della sua fede Cristiana in ogni modo, ma tutti gli sforzi  furono inutili. La fermezza della giovane nel respingerlo lo incattivì sempre di più, tanto da decidere di far rinchiudere Agata in una cella buia e umida senza cibo ne acqua.

Inoltre resosi conto che nulla avrebbe potuto convincere la ragazza, preso dall’odio, ordinò per Agata orribili supplizi, che però la resero sempre più forte e unita a Dio. L'ira del proconsole allora si accanì così tanto su Agata che il romano ordinò le venissero mutilate le mammelle. Ma non appena la giovane  fu ricondotta in cella, San Pietro le fece visita, la rassicurò e ne risanò le ferite. A quel punto la fermezza dell’amore per Dio di Agata e la sua incorruttibilità diventarono per il proconsole un'umiliazione di cui volle liberarsi presto ordinando di uccidere la ragazza.
Agata venne arsa sui carboni ardenti... ma avvenne un altro miracolo. La giovinetta quando fu condotta alla brace indossava solo il velo rosso che ne simboleggiava la verginità offerta al Signore e mentre il  suo corpo ardeva, il velo non bruciò e da allora viene custodito come Sacra e Miracolosa reliquia della Santa. Sant’Agata spirò nella cella dove venne condotta agonizzante il 5 febbraio 251.
Dopo la morte Sant'Agata compì molti miracoli che stanno a testimoniare il suo amore per la sua citta e i suoi concittadini. Tra i tanti ricordiamo ad esempio quello avvenuto a seguito dell’eruzione del 252, l'anno dopo la sua morte. Catania venne minacciata da una violenta eruzione dell'Etna. Gli abitanti dei numerosi villaggi, spaventati davanti all'avanzante torrente di fuoco, fecero ricorso al Velo della Santa che cingeva il suo sepolcro. Quel Velo fu opposto al fuoco che avanzava inesorabile e l’eruzione, iniziata il 1 di febbraio, si arrestò il 5 febbraio, giorno dell’anniversario del Martirio. Da questo momento ha inizio il Patrocinio di Sant'Agata sulla città di Catania. Ricordiamo inoltre, quando nel 303 circa, la verginella Lucia di Siracusa andò con la propria madre gravemente ammalata a visitare il sepolcro di Sant'Agata desiderosa della guarigione e la conversione della madre e si mise devotamente a pregare finché Sant'Agata, una notte, apparsale in sogno, le disse: "Lucia, sorella mia, perché domandi a me ciò che tu stessa puoi fare? Confida che come la città di Catania è sublimata da me in Cristo, così la tua Siracusa sarà nobilitata da lui per te". Lucia ottenne la guarigione della madre. Nell’anno seguente, il 13 Dicembre subì il Martirio.
Nel 1231 invece, Federico II scese in Sicilia per assoggettarla al proprio dominio. Diverse città dell'isola si ammutinarono e tra esse Catania. Il grande imperatore svevo decise di soffocare nel sangue la rivolta. Ma Federico II sapeva anche essere un regnante magnanimo e nel momento in cui il capopopolo gli chiese di assistere alla pubblica messa prima di ordinare il massacro, egli accettò.
Durante la funzione però accadde il miracolo. Quando l'imperatore aprì il suo libro di preghiere, in ogni pagina trovò scritto in latino le seguenti parole: “Noli offendere Patria Agathae quia ultrix iniuriarum est” ("non offendere la Patria di Agata perchè ella ne vendica le ingiustizie"). Questo bastò per far recedere Federico II dal suo proposito. Ma questi sono solo alcuni esempi dei tanti miracoli compiuti dalla Santa Patrona di Catania.

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